Maggianico è un rione dove ancora si respira la quiete e l’armonia che, sul finire dell’Ottocento, lo resero meta prediletta per il soggiorno di intellettuali legati alla corrente della Scapigliatura milanese. Attratti dalle atmosfere evocate dalle acque termali di Barco, solevano qui radunarsi e condividere momenti di diletto e creatività poeti come Antonio Ghislanzoni e Vespasiano Bignami, e musicisti come Carlo Gomes, Amilcare Ponchielli ed Enrico Petrella; molti di loro fecero innalzare splendide ville che ancora punteggiano il rione. 

Sorge all’estremità sud di Lecco, in posizione nettamente distinta dal resto della città, alle pendici del monte Magnodeno e a ridosso del lago di Garlate. Nelle acque di quest’ultimo sfociano quelle dei torrenti Cif e Tuf, che attraversano il rione. 

Un evento dal sapore leggendario ha dato origine al curioso soprannome degli abitanti di Maggianico. 
Si narra, infatti, che il 30 novembre, giorno in cui si celebra Sant’Andrea, patrono della chiesa parrocchiale di Maggianico, fosse abitudine distribuire castagne al popolo. All’alba, sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea si radunavano gli abitanti del rione, in attesa di ricevere la pioggia di castagne che arrivava dal “cielo”: durante la notte, infatti, la campana maggiore della chiesa veniva colmata di castagne, le quali, ai primi rintocchi dell’Ave Maria, venivano rovesciate sulla folla festante. 

Origine del nome: alcuni studiosi ritengono che Maggianico derivi dal nome “Magius”.
Contrade: Maggianico Alta, Barco, Missirano.  
Soprannome abitanti: “Belegott”, castagne cotte.
Da non perdere: una passeggiata nel parco di villa Gomes e una visita alla neoclassica chiesa di San Rocco. 

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