Il rione Castello s’incontra appena lasciato il centro di Lecco, risalendo la città: si sviluppa infatti nella zona a nord-est, adiacente al centro. È solcato dal torrente Gerenzone e dall’effluente Fiumicella. 

Il rione Castello conserva un pittoresco nucleo storico che fu tra i più importanti di Lecco: basti pensare che nel Medioevo era questa stessa località a chiamarsi Lecco, prima che la città, attorno al 1330, venisse rifondata in riva al lago. Nel corso dell’Ottocento, Castello comprendeva formalmente tutta la zona racchiusa fra i rioni Santo Stefano, Olate e Bonacina: questo rendeva il comune il più popoloso della vallata.

L’importanza dell’attuale rione portò alla concentrazione di numerose e valenti industrie, e quindi residenze e palazzi. Tra questi spicca il neoclassico Palazzo Belgiojoso, realizzato dall’architetto Leopoldo Pollack, progettista del Teatro alla Scala di Milano, già residenza della famiglia Badoni e oggi sede di un’importante sezione del Sistema Museale Urbano Lecchese: qui si trovano il Civico Museo Archeologico, il Museo Storico, il Museo di Storia Naturale e il Planetario civico.

Non distante, si trova la chiesa parrocchiale di Castello, sorta nel cuore del rione, in piazza dell’Oro, e dedicata ai Santi Gervasio e Protasio. La chiesa è degna di nota: è stata a lungo basilica prepositurale, fino a quando questo titolo è passato alla basilica di San Nicolò, e a fine Settecento vi venne cresimato lo scrittore Alessandro Manzoni.

Infine, una curiosa vicenda ruota attorno alla statua di san Giovanni Nepomuceno, corrosa dal tempo, che adorna l’elegante fontana della piazza. Un tempo, la statua sorgeva sul parapetto del ponte Azzone Visconti: durante la Battaglia di Lecco, che contrappose i Francesi agli Austro-Russi sul finire del Settecento, fu gettata nell’Adda e poi ripescata dai lecchesi che la portarono nel cuore di Castello. 

Origine del nome: il rione conserva questo appellativo perché in tempo medievale si ergeva qui proprio un castello, eretto in epoca carolingia. La fortezza venne in seguito distrutta da Matteo Visconti e solo successivamente ricostruita, in riva al lago, per volontà di Azzone Visconti. 
Nome degli abitanti: Castello è il rione dei “Scarpascés”, appellativo traducibile letteralmente con “strappa-siepi”, quindi ragazzi discoli e scapestrati. 
Da non perdere: una visita ai musei di Palazzo Belgiojoso e una sosta nel meraviglioso parco del palazzo. 

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